Non incontro praticamente mai a casa mia, ma per una volta avevo fatto uno strappo alla regola dando appuntamento ad un amico amante del crossdressing… Lo sto infatti aspettando con indosso una vestaglia di seta blu, intimo in pizzo coordinato e un paio di decolleté blu, tacco 12, che mi ha tra l’altro regalato lui in precedenza. Ovviamente intende legarmi per poi dare sfogo alle sue fantasie, così ho preparato corde, bavagli e giocattoli in bella mostra nella camera da letto. Avrebbe dovuto arrivare per le 21:30 e una mezzora prima sono pronta per essere usata e seviziata, trasformata in Nicole. Intorno alle 21:10 ricevo un messaggio dove mi avverte che forse non sarebbe riuscito a venire ma che, nel caso ce l’avesse fatta, avrei dovuto aspettarlo fino alle 22:00. Mi siedo quindi sul divano a guardare la tv, senza ovviamente cambiarmi. Passano le 22:15 e, quando sto per dare come annullato l’incontro, sento suonare alla porta e immagino che alla fine sia riuscito a venire, così apro commettendo il grosso errore di non guardare dallo spioncino e senza riflettere sul fatto che non abbia prima citofonato da fuori. Mi trovo davanti tre persone a volto coperto, una delle quali mi spinge dentro e irrompe in casa prendendomi per le braccia e voltandomi tappandomi la bocca con una mano, in modo alquanto violento. Entrano anche gli altri due e si richiudono dietro la porta, mentre quello che mi tiene fermo mi spinge verso il divano, sempre tenendomi la bocca tappata. Uno degli altri esordisce: “Ma cosa abbiamo qui? Una femminuccia mancata? Che fai porcellina, giochi al travestimento in casa?” – “Che gambe però, eh? E che tacchi!” – “Si, intrigante. Chissà, magari troviamo anche il modo di passare il tempo…” Mentre i due scambiano queste frasi tra loro, il terzo fa un giro della casa per accertarsi che non ci sia nessun altro e poco dopo esclama dalla camera da letto: “Venite a vedere cosa ho trovato qui! Alla porcellina piacciono i giochini particolari!” Sempre tenendomi per le braccia e con la bocca tappata, i due mi spingono verso la camera da letto per vedere cosa abbia trovato il compare, e io purtroppo lo so già… “Oh cazzo! Giochi sadomaso, eh? Molto interessante” – “Beh, se ti piace farti legare è proprio quello che avevamo intenzione di fare per tenerti buona, ma ora cambia tutto” – “Si. Accontentiamolo… anzi, accontentiamola!” Prendono delle corde e, mentre uno mi tiene ferma e con la bocca tappata, un altro mi lega le mani dietro la schiena, molto strette. Allentata la presa, una volta legati i polsi, quello che sembra essere il capo esclama: “Datemi qualcosa per imbavagliarla… prendi quella palla di gomma e il nastro adesivo, così gliela tappiamo per bene…” Mi ficcano in bocca la palla di gomma e poi mi fasciano con molti giri di nastro adesivo strettissimo: finalmente mi lasciano le braccia, ma mi spingono sul letto tenendomi le gambe, mentre uno mi lega le caviglie e commenta: “Ma lo sapete che ha belle gambe lisce e bei piedi? Quasi quasi mi sta diventando duro…” e un altro: “Io ce l’avevo già duro mentre gli legavo le mani. Avete visto che lingerie che indossa? Una vera troietta!” – “La troietta farà la troietta allora, non appena avremo ripulito quello che c’è in casa. Prendi altra corda e incaprettala, così siamo sicuri che non vada da nessuna parte. E bendiamola, così ci leviamo questi cappucci che non fanno respirare”. Mi incaprettano sul letto, collegando i piedi alle mani, e mi bendano gli occhi con altri giri di nastro adesivo, poi mi lasciano lì. Seppur la paura dettata dalla situazione sia molto presente, è la situazione stessa ad eccitarmi, e il mio pene inizia a reagire agli stimoli dell’essere legata, imbavagliata e bendata. Il tempo passa e li sento armeggiare sia nella stanza da letto che nel resto della casa che stanno svaligiando: fortunatamente non ho cose di valore particolare, in ogni caso credo stiano rivoltando tutto da cima a fondo. Sono legata stretta, ma non come a volte mi legano i miei “amici” feticisti, anche se ho idea che ci sarà un inevitabile appendice al semplice rubarmi in casa. Infatti, credo dopo più di un’ora, uno di loro si avvicina al letto e mi tocca le gambe, bofonchiando: “Hai belle gambe, cazzo… morbide, lisce… Sarebbe un peccato non approfittare di questa situazione, non credi? Li hai mai presi tre cazzi insieme, troietta?”, mi infila una mano sotto la vestaglia, accarezzandomi le natiche… “GHMGHFF!” è l’unica risposta che riesco a dare, perché non sarò legata ad arte, ma il bavaglio invece è molto stretto e la bocca ben riempita. Le mani scorrono sulle gambe e arrivano ai piedi, legati ma ancora calzati nei tacchi: “Ma tu guarda che piedi e che tacchi. Ma lo sai che mi arrapi?!” Sento entrare anche un altro di loro nella camera e apostrofarlo: “Stai pensando di fartela, vero?” – “Tu no? Guarda che cosce, che gambe e che piedi… Non glielo ficcheresti in bocca fino ad allagargliela?” – “Un pensierino ce lo sto facendo, a dire il vero. Ma me la inculerei anche. Magari poi in bocca per finire in bellezza, dopo averla spinta per bene…” – “Hai visto i giocattoli che ha? Quel vibratore per esempio. Glielo leghiamo al cazzo? Oppure quel fallo di silicone extra large… dritto nel culo starebbe bene!” La conversazione viene interrotta dal terzo che li richiama nel salone per raggruppare quanto preso in giro: “Fatela finita e venite ad aiutarmi. Avremo tutto il tempo per giocare con il travestito”. Mi lasciano sola per qualche altro minuto, non saprei quanto esattamente, poi li sento rientrare nella camera da letto e, mentre uno mi infila la mano sotto la vestaglia a toccarmi il culo, quello che sembra il capo esordisce: “Allora… vogliamo svuotarci le palle? Spogliatela nuda. Poi incaprettatela per bene e legategli anche cazzo e palle, non voglio scoparmela vedendo il suo cazzo dritto… Ce la scopiamo in bocca e la facciamo ingoiare prima di andarcene” – “Io ci giocherei di più” – “Che intendi?” – “Ci sono un sacco di giocattoli: seviziamola, no? Guarda là che armamentario!” – “Io sono d’accordo. Guarda: pinze per capezzoli, vibratori, dildi. E quel bavaglio per tenere la bocca spalancata! Gli piace giocare, accontentiamola, no?” Un istante di silenzio, poi: “Va bene: giochiamo. Nuda e incaprettata, dai…”

Mi slegano completamente, prestando però attenzione a non lasciarmi muovere, tenendomi sempre per le braccia: mi spogliano completamente nuda, sfilando anche gli slip di pizzo, e lasciandomi solo le scarpe. Mi legano nuovamente polsi e braccia dietro la schiena e poi, prima di legarmi gambe e piedi, mi avvolgono pene e testicoli con una delle cordicelle fine presenti in quello che loro definiscono “armamentario”. Me li legano molto stretti, in maniera sadica. Mi spingono nuovamente sul letto e mi legano le gambe, sopra e sotto le ginocchia, poi i piedi sfilando stavolta le scarpe. Legano anche gli alluci. Mi voltano e mi avvolgono il petto fasciandomi con le corde in modo che i capezzoli si evidenzino, poi un cappio mi passa attorno al collo. Mi incaprettano arcuandomi a forza la schiena, collegando le caviglie al collo in modo che non possa rilassarmi. Mi liberano dal bavaglio di nastro adesivo e dalla palla di gomma che ho dentro la bocca, ma solo per mettermi l’anello e serrarlo fondo per spalancarmela. Non passa molto prima che un cazzo mi entri in bocca fino a toccarmi la gola… Mi scopano a turno, fermandosi ogni volta prima di eiaculare, per dare spazio ai compari: quando non sono impegnati e stantuffarmi la bocca, usano i piedi legati per masturbarsi, non disdegnando affatto di leccarmeli e mordermi le dita. Mentre ho un cazzo in bocca e un altro tra i piedi, uno di loro mi allarga le natiche e inizia a infilarmi un dildo di lattice nel culo, spingendolo a fondo per poi muoverlo avanti e indietro a scoparmi ritmicamente… il cappio intorno al collo si stringe, obbligandomi ad arcuare la schiena ancora di più quando mi legano anche gli avambracci, quasi a far toccare i gomiti… Quello che mi sta scopando in bocca esclama: “Io sto per sborrargli in gola! Prendete un fazzoletto, un panno… anzi, una spugna: quando gli avremo sborrato tutti in bocca gliela ficchiamo dentro, così assapora bene senza poter sputare nulla”. Uno di loro entra in bagno per tornarne pochi istanti dopo con una spugna da doccia che tiene pronta in mano: “Eccola qui. Bella grossa, così non potrà muovere neanche la lingua”. Il primo mi viene copiosamente dentro la bocca, spingendo il cazzo ancora più a fondo mentre fiotta sperma nella mia gola: mi tengono ferma la testa, per impedirmi di sottrarmi e, una volta che quello si sfila, subito un secondo mi penetra violentemente, riprendendo a scoparmi. Intanto anche quello dietro di me viene sulle piante dei piedi legati, e chiede quindi la spugna per assorbirne lo sperma che cola verso le gambe. Viene quindi anche il terzo, spruzzando il suo liquido sulle mie labbra, per poi tornare dentro la bocca. Si sfila, ma mi tappa la bocca per impedirmi di sputare la sborra, poi mi ficcano dentro la spugna attraverso il ring che me la tiene spalancata. La pressano per bene, in modo da riempirmi il palato e trattenere lo sperma che non ho ancora ingoiato e, per finire, mi fasciano con il nastro adesivo. Uno esclama: “Non potevi venirgli in bocca anche tu, anziché sui piedi?” – “Non immagini quanto ho goduto con quei piedi… Sembrano di una donna!” – “contento tu! Giriamolo su un fianco, così gli mettiamo il vibratore sotto il cazzo legato…” – “E un plug più grosso nel culo… Usiamoli quei giocattoli, no?” – “Bendatela, e fate quello che vi pare. Io vado a bere qualcosa”. Mi voltano su un fianco e, dopo aver stretto ancora le corde che mi legano testicoli e pene, mi fissano il Magic Wand sotto il glande, accendendolo alla massima intensità. Sfilato il plug che avevo nel culo, ne infilano un altro più largo e lungo, che bloccano con il nastro adesivo, con il quale poi mi bendano gli occhi. Stringono i nodi che mi incaprettano e mi lasciano sul letto, con la bocca spalancata, tappata con la spugna intrisa di sborra e fasciata di nastro adesivo.


 

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