Sono legato a croce, mani e piedi, ad un enorme letto di una suite di albergo molto lussuosa: ho indosso una sottoveste blu, ma sono nudo sotto, senza lingerie, e ai piedi ho un paio di décolleté blu. Pesantemente imbavagliato con la bocca riempita da qualcosa che sembra essere un assorbente ben appallottolato che mi blocca la lingua e nastro adesivo strettissimo che mi fascia completamente. Le cosce sono divaricate e legate ai lati del letto, come anche le braccia tramite corde che le collegano alle gambe. I genitali sono legati con una cordicella fina che avvolge i testicoli e la base del pene, sul cui glande è applicato un anello vibrante che ne mantiene costante l’erezione. Sono completamente immobilizzato e me ne rendo conto mentre lentamente riacquisto i sensi e le facoltà fisiche dopo essere stato evidentemente narcotizzato. La lussuosa camera, più che altro un vero e proprio appartamento, sembra essere vuota e con soltanto alcune luci soffuse che si espandono illuminando in modo tenue quanto intorno a me. Anche il collo è strettamente legato al letto, e posso solo accennare un movimento della testa per guardarmi intorno e cercare di ricordare cosa sia successo. Già, cosa è successo? Perché mi ritrovo in questa stanza, legato praticamente nudo al letto?...

Tutto era iniziato un paio di giorni prima, contattato da una persona di mezza età tramite il mio sito: solita proposta di incontro a tema fetish, improntato al crossdressing, alle scarpe, ai piedi e al bondage. Concordiamo di incontrarci nella hall di un lussuoso hotel di Roma, in centro, dove mi viene chiesto di presentarmi in abbigliamento sportivo senza alcun accessorio specifico per il gioco da portare avanti, in quanto ci avrebbe pensato lui. Unica richiesta, ormai usuale in questo tipo di incontri, l’essere completamente depilato. I ricordi non sono ancora molto chiari, ma pian piano riaffiorano e ho nitida l’immagine di due persone che si presentano come le sue guardie del corpo, a testimoniare il fatto che fosse qualcuno di molto facoltoso, cosa evincibile anche dal tipo di hotel utilizzato. Scambiate quattro chiacchiere necessarie a spiegare la situazione e la richiesta di estrema discrezione sull’incontro, dopo aver bevuto un aperitivo mi invitano a seguirli al piano attico, dove mi attende l’appartamento riservato per l’occasione. I due non sono molto loquaci, ma si limitano ad informarmi che sarò legato e imbavagliato prima che il loro boss mi incontri nella camera. La cosa mi lascia perplesso, ma ormai sono abituato a qualche stranezza, vista la natura degli incontri. Li seguo nell’ascensore e noto che il piano interessato non è accessibile con il normale pulsante di chiamata, ma unicamente con una card elettronica che uno dei due inserisce: le porte si chiudono e l’ascensore inizia a salire. Arrivati al quinto piano le porte si aprono su un corridoio, alla fine del quale c’è una unica porta verso la quale li seguo: la aprono con la stessa card e mi invitano ad entrare. La camera è, appunto, enorme e molto lussuosa: il grande letto nel centro è separato dal resto dell’appartamento solo da una parete in vetro. Noto subito che il letto è dotato di corde già fissate e che su un tavolo vi sono molti giocattoli sadomaso pronti per essere utilizzati, tra cui diversi dildi, vibratori, morsetti e bacchette. Almeno cinque diversi bavagli e poi corde, nastro adesivo e altre amenità. Insomma, il paradiso del sadico! Mi guardo attorno leggermente intimorito da tanta maniacale “preparazione”, ed è proprio in quel momento che lo sguardo cade su una boccetta e un panno che sono su un altro tavolo, fuori dal separé in vetro: la scritta sull’etichetta non lascia adito a dubbi… cloroformio! Chiedo spiegazioni su quella boccetta, e mi viene risposto che è necessaria per garantire la sicurezza della persona che intende seviziarmi, circostanza di cui non si era lontanamente accennato nello scambio di mail avvenuto nei giorni precedenti. Inizio ad essere titubante e ad esternare le mie rimostranze, manifestando l’assoluta intenzione di non essere narcotizzato, ma la risposta è quantomai indicativa: “E’ troppo tardi per ripensarci”. Sono le ultime parole che ricordo, perché l’altro mi blocca le braccia prendendomi da dietro e tappandomi la bocca: quello che aveva risposto prende la boccetta e ne versa il contenuto sul panno che poi mi preme sul viso obbligandomi ad aspirarne i vapori… provo a divincolarmi ma è tutto inutile. Nel giro di un paio di minuti con la bocca tappata dal panno imbevuto di narcotico, perdo i sensi… Evidentemente, una volta svenuto, devono avermi spogliato nudo e messo indosso la sottoveste e le scarpe, per poi legarmi al letto e imbavagliarmi. Ora ho chiara la situazione e non mi resta che aspettare impotente l’evoluzione di questo gioco perverso.

Mentre l’anello vibrante continua a mantenere l’erezione del pene, costretto dalla corda, provo a muovermi per guardare meglio intorno a me, ma il cappio che mi stringe il collo mi impedisce quasi di girare il viso: inutile poi muovere braccia e gambe, visto che mani e piedi sono estremamente tirati. Il tempo passa e inizio a chiedermi quanto dovrò ancora aspettare legato al letto e imbavagliato prima che il tipo di palesi nella camera… Tra l’altro l’anello vibrante, seppur molto soft, prima o poi mi porterà all’orgasmo: ma forse è proprio quello che vuole, chissà. Improvvisamente la porta, che riesco a malapena ad intravedere, si apre e i due tizi che mi hanno narcotizzato entrano nella stanza venendo verso di me. Senza proferire mezza parola, uno controlla i nodi delle corde e l’anello vibrante, scoprendomi completamente l’inguine dalla sottoveste, mentre l’altro prende un rotolo di nastro adesivo e mi benda gli occhi molto strettamente, dopo avermeli coperti con quello che sembra un assorbente, simile a quanto precedentemente ficcatomi in bocca per imbavagliarmi. Fatto ciò li sento uscire nuovamente e richiudere la porta dietro di loro. Non passa molto prima che la porta si apra nuovamente… stavolta sento i passi di una sola persona che si avvicina al letto, con il respiro leggermente accelerato ed evidentemente eccitato: sicuramente è il tizio con il quale avevo avuto contatti via mail. Sento la sua mano accarezzarmi le gambe, partendo dai piedi… risale lentamente sulle cosce per poi soffermarsi sul pene legato, picchiettandone la punta con un dito mentre l’altra mano mi prende i testicoli. Il dito scende tra le natiche, a cercare il buco, che penetra lentamente ma a fondo, provocandomi un sussulto che fa stringere il cappio attorno al collo. Sento il respiro farsi più vicino e la sua mano passare sulla bocca imbavagliata e tappata dal nastro adesivo, poi esordisce con voce bassa: “Ti hanno legata bene, Nicole… Perdonami per il cloroformio, ma era necessario. Ti ho fatta bendare perché prima di giocare a carte scoperte devo essere sicuro di poter contare sulla tua discrezione, mentre il bavaglio fa parte delle mie fantasie: mi piace sentire la mia vittima mugolare impotente, con la bocca ben riempita e tappata”. Mentre pronuncia queste parole lo sento infilarmi un plug nel culo, che spinge bene a fondo proprio per sentirmi mugolare dietro il bavaglio. Poi continua con lo stesso tono di voce mellifluo di poco prima: “Ti dico cosa faremo: per iniziare voglio leccarti i piedi… li ricoprirò della mia saliva e poi te li bacchetterò con una verga fino a far arrossare le piante, ma senza esagerare, stai tranquilla. Poi ti masturberò e te lo succhierò, portandoti sempre a un passo dall’orgasmo, ma senza concedertelo, perché te lo dovrai guadagnare. Man mano sostituirò il plug anale che ti ho appena infilato, con altri via via più larghi e lunghi… fino a praticarti un massaggio prostatico che renderà più intensa la tua erezione. A proposito: ti lascerò sempre cazzo e palle ben legati e costretti, così quando deciderò di farti sborrare impazzirai di un piacere prolungato. Ma, come ti ho detto, te lo dovrai guadagnare: quando ti toglierò il bavaglio di nastro adesivo, te ne metterò uno ad anello per tenerti la bocca ben spalancata e pronta ad accogliere il mio cazzo, che ti scoperà fino alla gola. Ma prima di quello ovviamente ti scoperò i piedi e ti sevizierò i capezzoli con dei bei morsetti. Sarai sempre legata: i miei ragazzi ti libereranno solo quando deciderò che sarà abbastanza. Potrai tenere tutto quello che ti hanno fatto indossare per l’occasione e regolati che solo le Louboutin blue su misura che hai ai piedi costano più di mille euro. Credo siano un bel regalo, no? Inoltre, se mi soddisferai quando ti sborrerò in bocca, ingoiando tutto, troverai anche una busta con mille euro dentro, come pensiero per essere stata accondiscendente, anche se legata come sei non è che potresti opporti alle mie fantasie. Ma sono una persona corretta e ti garantisco che non supererò i limiti, ok?”… Proprio per come sono immobilizzato, non è che possa oppormi o dire il contrario, così mi limito a fare un cenno di assenso con la testa, per quel poco che posso muoverla. Riprende quindi a toccarmi e dopo qualche istante sento la sua bocca sul mio pene e la lingua che lo lavora per tutta la lunghezza, senza trascurare di succhiarmi i testicoli avvolti dalla corda. Non posso vedere in che posizione sia rispetto al letto, ma sento entrambe le mani scorrere sul mio corpo, con le dita che si infilano dentro una scarpa, a toccare i piedi… Devo dire che riesce ad eccitarmi parecchio, anche quando rimuove l’anello vibrante per prendere il mio pene in bocca e succhiarlo, massaggiandolo con la lingua. Lo sento salire sul letto, e capisco dal contatto della pelle che non ha indosso pantaloni: strofina il suo pene sul mio e la respirazione si fa immediatamente più intensa. La doppia masturbazione va avanti parecchi minuti e quasi mi porta alla soglia dell’orgasmo, per poi fermarsi, scendere da sopra il letto e iniziare a leccarmi le cosce e poi le gambe, alternatamente… Arriva alle scarpe e credo che vi stia infilando il naso dentro, insieme alla lingua, ma senza sfilarle. La mano risale al pene e lo afferra spingendo il pollice sul prepuzio scoperto: ho come una scarica elettrica che mi attraversa il corpo e mi fa emettere un mugugno: “GHMMMFFF!!!”, che lui apprezza molto…


 

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